Marcella Mencherini Arte e Volo


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INCONTRO CON MARCELLA MENCHERINI - Paola Smacchi


In occasione dell’inaugurazione della “Mostra Aerofotografica Multimediale Itinerante” organizzata da Osvaldo Ciurleo, ho avuto il piacere di incontrare la pittrice Marcella Mencherini che partecipava aIl’evento esponendo alcune delle sue opere. Premetto che sono solo una appassionata di volo senza alcuna competenza specifica e che adoro ogni forma d’arte sebbene non sia preparata in nessuna. Ciò che certamente mi riconosco è una percettibilità che mi permette di “sentire” in maniera diversa dal solito, forse in modo più ampio ed intenso. Null’altro. Da persona comune quale sono ci tenevo, quindi, ad esprimere una mia opinione, cosi come è nata, genuinamente, proprio perché distante dai canoni e dalle sovrastrutture proprie degli “esperti”.
Avevo già avuto modo di apprezzare i lavori di Marcella Mencherini su riviste e pubblicazioni di settore e conoscerla personalmente è stata una esperienza non comune. Mi ha colpito, in particolar modo, la sua capacità di ascolto con una attenzione e una profondità rara, dote inconsueta di questi tempi.
Marcella è lontana anni luce dalla presunzione e dall’arroganza che qualche volta affiorano da comportamenti e parole di personaggi noti. Marcella è una persona autentica, delicata e allo stesso tempo appassionata e solare come i sul quadri da sogno: con quei colori vibranti, le sfumature velate, i toni caldi e freddi dosati ad arte, la luce che guizza tra raggi e bagliori, il movimento del transiti spazio-temporali. Soprattutto il movimento: sbuffi, scie, folate, vortici, spirali si inseguono ariosi in giochi di soffi e correnti.
Nei suoi quadri ho sentito il vento che, soprattutto in Oriente, è il simbolo della primavera, della nascita, del riaffacciarsi alla vita dopo il letargo invernale. Il vento asciuga, spazza via, sparpaglia i semi e li porta lontano. Il vento è il rinnovamento, la rigenerazione, il cambiamento.
C’è un gran rigoglio, un gran fermento nelle opere di Marcella e mentre le guardi sembra quasi di sentirlo questo vento, fecondo, frizzante, impertinente, che scompiglia i capelli, rimane dentro per un poco a turbinare, rende fertili i pensieri e se ne va.

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